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Gadduresa® di Pietro Careddu
Il progetto artigianale

La storia del coltello sardo
La storia del coltello sardo risale all’epoca nuragica, quando le lame di selce ed ossidiana erano utilizzate nelle attività quotidiane. Con l’avvento della metallurgia moderna in Sardegna, si assiste allo sviluppo della leppa, un coltello utilizzato sia come arma che come utensile per le attività domestiche. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, la lama fissa della leppa viene sostituita con il coltello a serramanico, che si sviluppa in maniera differente nelle varie aree della Sardegna, principalmente per quanto riguarda la forma della lama.
La produzione di coltelli in Italia, e in particolare in Sardegna, ha una lunga e ricca storia che risale almeno al XIII secolo. Ogni regione ha sviluppato la propria identità unica nella lavorazione dei coltelli, con diverse tipologie nate in risposta alle esigenze locali e alle caratteristiche culturali.
La storia della coltelleria sarda ha un’origine remota, ma le prime fonti attendibili relative alla presenza di coltelli a serramanico risalgono alla prima metà del 1800. Prima di tale periodo, esistevano coltelli a lama fissa di dimensioni maggiori, una via di mezzo tra una sciabola ed un pugnale, utilizzati dei pastori sardi.
La graduale sostituzione del coltello a lama fissa con il modello a serramanico avvenne a partire dalla prima metà dell’Ottocento, presumibilmente per la necessità di una maggiore comodità e sicurezza durante il trasporto. Il pastore solitamente portava con sé due o tre tipi diversi di coltelli, in relazione al tipo di lavoro da svolgere, come la lavorazione del formaggio, la macellazione, la lavorazione del legno e del sughero, e altre attività legate all’agricoltura, come il taglio degli ortaggi. Il coltello era uno strumento fondamentale per le esigenze della vita di allora, un oggetto talmente importante che per la sua produzione il pastore si doveva rivolgere a dei veri specialisti. Gli specialisti che producevano i coltelli erano quasi sempre dei fabbri (in lingua sarda “ferreri”) e al loro mestiere si attribuiva un ruolo fondamentale nell’ambito sociale e culturale dei piccoli centri sardi. Il cambiamento tecnologico introdotto gradualmente nell’isola a partire dalla seconda metà del 1900 e il successivo disinteresse delle nuove generazioni ad approcciarsi a questo mestiere, ha ridimensionato il ruolo del fabbro slegando la produzione di coltelli dalla bottega del fabbro e dando origine ad una nuova concezione imprenditoriale.
Pietro Careddu
Pietro Careddu nasce a Olbia il 15 giugno 1969.
Vive tra la sua terra di origine, nella piccola frazione di Berruiles a Budoni, e Branzi in alta Valle Brembana, nelle Orobie bergamasche.
Hobbista coltellinaio, crea rigorosamente a mano i suoi coltelli. Ha ideato e brevettato una sua linea con il marchio "GADDURESA®", ispirandosi in onore alla sua amata Sardegna.
Le lame dei suoi coltelli sono forgiate con metalli di alta qualità, mentre per le caratteristiche impugnature impiega materiali particolari e di pregio quali il corno di montone, di bufalo e di bovino, ed il legno di olivo e di ginepro.